Il tempo del: “qui si è sempre fatto così”, per chi non se ne fosse accorto, posso garantire che è morto e sepolto. Ma se ti stai chiedendo come sia possibile aprirsi a nuove idee, oggi ti parlerò dell’importanza di alcune doti.
Lavorare in squadra, anche con persone che non necessariamente sono tuoi dipendenti o colleghi, richiede molte doti.
Sono nato e cresciuto fino ai 19 anni in Veneto, precisamente a Bassano del Grappa. Posso dire tranquillamente di aver vissuto lo stesso territorio in momenti decisamente differenti. Gli anni ’80, periodo in cui bastava aver due braccia per avere un contratto di lavoro.
Nel 2017 a volte non bastano 3 lauree per poter fare un tirocinio.
E’ lo stesso territorio ma purtroppo spesso con la stessa mentalità.
Non ovunque per fortuna, ma la tendenza a riprendere il lavoro lasciato dai genitori e portarlo avanti con le stesse metodologie, è molto diffusa.
Persone abituate ad avere dipendenti e ordinare loro che fare.
Il massimo del lavoro di squadra è stato dare ordini da eseguire a testa bassa.
Quest’atteggiamento non ha certo aiutato nel momento in cui ce n’è stato più bisogno, ovvero una decina di anni fa, ad inizio crisi.
Tutti i modelli di riferimento passati non funzionano più, sono diventati inattuabili. È come voler andare in carrozza trainata da cavalli sul passante di Mestre.
Tutto cambia. Tu sei pronto a lavorare in squadra?
Con l’espressione lavorare in squadra, intendo aprirsi a nuove possibilità di business coinvolgendo altre figure professionali. Il cambiamento odierno ci costringe a formarci più velocemente e ad affidarci a professionisti di altri settori.
Il non voler accettare il cambiamento tecnologico che ha stravolto il nostro modo di vivere, dalle relazioni, all’informazione, alla comunicazione, non può essere considerata una strategia differente sul mercato ma bensì un “tirarsi fuori dai giochi”.
Cosa serve per essere forti, competitivi, stabili e lungimiranti?
Sicuramente aprirsi a nuove idee, un ascolto attento alle variazioni continue del mercato, della società, della tecnologia, dei più giovani.
Una maggiore apertura mentale, essere pronti a cambiare pianificazione per intraprendere nuove strade ed abbracciare nuove opportunità. Spesso le aziende o gruppi di lavoro, esigono dai loro dipendenti o associati una conformità di opinioni ed idee, rischio enorme.
Non si parla di visione comune di obiettivi, di mission aziendale, ma di voler azzerare il dibattito che arricchisce e permettere di crescere.
Una conformità di opinione infatti, può rivelarsi dannosa nei rapporti interpersonali, ostacolando lo sviluppo e il progresso. Solamente con uno “scontro” di opinioni, si può giungere più facilmente ad una nuova soluzione o “possibile verità”.
Lo “scontro”, deve essere inteso come una meravigliosa occasione per imparare uno dall’altro.
Possiamo imparare quotidianamente da chiunque, dallo stagista 25 enne, all’imprenditore 87enne ancora attivo.
Stiamo già dando il giusto peso al lavorare in squadra, solamente nel momento in cui ascoltiamo gli altri.
È fondamentale quindi mettere in condizione ogni collaboratore di potersi esprimere, di poter dare una propria visione.
Non serve solo per creare un gruppo coeso, ma anche per arricchire con un nuovo vissuto la storia aziendale.
Servono rispetto, umiltà, pazienza, comprensione e amore.
Poter esprimere la propria opinione non è solo un diritto, è una responsabilità.
In un’epoca dove abbiamo più autori che lettori, ne trae maggior vantaggio chi in silenzio ascolta, seleziona, rielabora e poi agisce.
Per agire non si intende fare mille cose su più fronti, ma organizzarsi a dovere ed evitare il multi-tasking
Lo spazio e il tempo non sono più barriere insuperabili, ecco allora che lavorare in squadra è diventato possibile anche con persone che vivono in altri continenti.
Volendo guardare la parte bella della faccenda, posso ipotizzare di avere fornitori o clienti ovunque nel mondo.
I nuovi professionisti sanno gestire le relazione attraverso la rete, sia a livello tecnico con l’utilizzo di programmi all’avanguardia, sia a livello umano.
Ciò che la tecnologia non può fare, dobbiamo colmarlo con una consapevolezza e potenziamento delle capacità umane.
Aumentare la fiducia negli altri, non potendo averli sempre di fronte, è il primo passo fondamentale per viversi bene questa fase.
Dobbiamo imparare a leggere il nostro presente, leggere la fotografia che stiamo vivendo e tentare di proiettarla nel futuro con l’aiuto di tutte le risorse che abbiamo a disposizione, inclusi noi stessi.
Quali doti si devono sviluppare?
- l’ascolto;
- sfruttare l’importanza delle pause;
- intensificare la propria rete di relazioni, sia virtuali che reali;
- aumentare la qualità del lavoro e non solo la quantità;
- dare fiducia alle persone, ti farà risparmiare tempo e denaro;
- formarsi o rivolgersi a professionisti, non improvvisarsi.
Questi e molti altri, sono tutti ingredienti necessari per vivere e agire in questo tempo.
Quando sentirai da un tuo concorrente la frase:”lavorare in squadra” è il futuro, potrai tranquillamente sorridere e viverti il presente, sarai in anticipo su chi arriverà dopo o forse mai.